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Uno degli aspetti del conoscere se stessi è essere consapevoli dei propri punti di forza e delle proprie fragilità o debolezze.

Perché AUTOCONSAPEVOLEZZA CON CON-TATTO?

Essere in contatto con noi stessi significa essere nel qui e ora , riconoscendo le emozioni che si presentano, comprendendo i collegamenti tra ciò che proviamo, pensiamo, diciamo e agiamo.

Mi capita spesso di far svolgere ai miei clienti un esercizio, apparentemente semplice ma che apre sempre scenari interessanti per chi lo attua.

L’esercizio consiste nel cronometrare il tempo in cui noi riconosciamo cinque nostre debolezze e successivamente il tempo in cui riconosciamo 5 nostri punti di forza o qualità.

Il risultato è che le persone trovano più facile e impiegano meno tempo, nella prima parte dell’esercizio, mostrando grande difficoltà e impiegando più tempo laddove si devono scrivere cinque qualità.

Questo risultato cosa dice?

Che le persone hanno più difetti che qualità?

oppure:

che la visione di noi stessi tende molto all’autocritica?

La risposta in genere è in questo ultimo aspetto.

Molto spesso siamo nei confronti di noi stessi fortemente autocritici ma il più delle volte si tratta di un’autocritica sterile, che ci blocca e non ci fa agire.

Il tatto, in senso figurato, “è un comportamento improntato a discrezione, delicatezza, diplomazia”.

Perché quindi non vedere noi stessi con più tatto?

Quando vogliamo bene a una persona, ad esempio i nostri figli, se percepiamo una loro difficoltà, la necessità di essere supportati in un momento di disagio, non ci rivolgiamo a loro con discrezione e delicatezza, consapevoli che la durezza o un atteggiamento giudicante non è assolutamente efficace?

Lo stesso atteggiamento è da rivolgere a noi stessi: autoconsapevoli con-tatto, ascoltarci ed osservarci con gentilezza. Questo non implica buonismo o assenza di autocritica, ma accettazione delle nostre debolezze, con un occhio comunque attento ai nostri punti di forza, al nostro potenziale, potenziale che può consistere anche in una nostra fragilità che, se accettata e “ lavorata”, può diventare il nostro punto di forza.

Solo un atteggiamento di accettazione e gentilezza può predisporci a un CONTATTO con noi stessi efficace.

 

 

 

 

Marina Tagni

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